venerdì 26 giugno 2009

farfalle


C’era una volta un bruco che tutti i giorni si guardava e si vedeva brutto, viscido… Continuava a rimpiangere la sua sorte: di essere nato bruco… Alzava il capo in alto, vedeva le farfalle e pensava: “se solo potessi essere come loro; loro sono leggere, colorate, sono così belle…Loro volano in alto, io invece striscio per terra!!!”. Il tempo passava e il bruco continuava ad ammirare le farfalle e a maledire la sua sorte crudele che non lo aveva fatto nascere come loro fino a quando, un giorno, sentii un dolore atroce su tutto il corpo e pensò: “ecco, è arrivata la mia ora, finalmente morirò ponendo fine a questa mia vita ignobile”. Passò del tempo che al bruco sembrò un secondo, egli si risvegliò e liberatosi, con molta fatica, di quella cosa che lo teneva stretto, prigioniero…di quella cosa che noi chiamiamo crisalide…aprì i suoi piccoli occhi al mondo. Vedendo le farfalle volare istintivamente cerco di seguirle: stava anche lui volando dietro a loro!!! Ma il bruco non ci credette, pensava di essere in un sogno o chissà cosa…. Come poteva volare?!? A un certo punto venne intrappolato in una rete e sentii uno spillo che gli trapassava la schiena; prima di morire percepì la voce di un bambino dire alla madre: “mamma, guarda! Un nuovo pezzo per la mia collezione!”… “Che schifo, una collezione di bruchi!!!” fu l’ultimo pensiero del piccolo essere che ancora non si era accorto di essere diventato una farfalla! La sindrome del bruco consiste esattamente in questo: nel non riconoscere il processo di ‘metamorfosi’ che ognuno di noi sta facendo ma sentirsi sempre gli stessi: brutti, inadatti, viscidi o goffi come l’albatro di Baudelaire, senza rendersi conto che in realtà è proprio l’albatros il migliore a volare…

Nessun commento: